il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



domenica 11 dicembre 2011

12 Dicembre 1969 La Strage è Di Stato


…Sono passati 42 anni da quella bomba alla banca dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano. 42 anni di infiltrazioni, depistaggi, servizi deviati e servizi che deviati non lo erano e giudiziosamente eseguivano gli ordini di chi diceva di infiltrarsi*, di provocare e di far ricadere le responsabilità su una sinistra che dopo aver contribuito con il proprio sangue a liberare questo strano paese dai nazi fascisti, ancora oggi non si comprende bene quale colpa deve espiare se non viene preferita a governi di piduisti affaristi e faccendieri da questo strano popolo che è quello italiano.
42 anni per la conquista di alcuni diritti contro cui ci esplosero le bombe ci manganellarono i celerini e ci uccisero le Brigate Rosse.
42 anni di lenta erosione della democrazia che forse non aveva quegli anticorpi che sbandieravamo se ci siamo trovati in svendita dalle banche private, in svendita il nostro lavoro, il nostro futuro, la nostra stessa sopravvivenza.
42 anni in cui quella forbice tra chi si impoveriva e chi si arricchiva era destinata ad aprirsi inesorabilmente, in un balletto che aumentando il divario economico in diminuzione c’erano anche i diritti.
42 anni in cui da una parte c’era chi lavorava per un alto concetto di una Europa dei popoli  e dall’altra chi più sommessamente ed efficacemente per una Europa delle banche.
42 anni in cui le strategie possono anche modificarsi ma che alla stretta finale la risposta è quella di Genova 2001 o di Roma 15 ottobre 2011.

Non solo voglio ricordare il 12 dicembre 1969 e Giuseppe Pinelli, ma voglio ricordare anche quello del 1970 e l’uccisione dello studente Saverio Santarelli, che in quel 12 dicembre manifestava a milano nel primo anniversario della STRAGE DI STATO




Ballata del Pinelli

Dal centrosinistra all'autunno caldo (1963-1969)

Quella sera a Milano era caldo
ma che caldo, che caldo faceva.
«Brigadiere, apra un po' la finestra»
ad un tratto Pinelli cascò.

«Signor questore, io gliel'ho già  detto,
lo ripeto che sono innocente:
anarchia non vuoI dire bombe,
ma giustizia, amor, libertà».

«Poche storie, confessa Pinelli,
il tuo amico Valpreda ha parlato:
è l'autore del vile attentato
e il suo socio, sappiamo, sei tu».

«Impossibile - grida Pinelli -
un compagno non può averlo fatto
e l'autore di questo misfatto
tra i padroni bisogna cercar».


«Stiamo attenti, indiziato Pinelli,
questa stanza è già  piena di fumo;
se tu insisti apriam la finestra
quattro piani son duri da far».

Quella sera a Milano era caldo
ma che caldo, che caldo faceva.
«Brigadiere, apra un po' la finestra»
ad un tratto Pinelli cascò.

L'hanno ucciso perchè era un compagno
non importa se era innocente;
«era anarchico e questo ci basta».
disse Guida, il feroce questor.

C'è una bara e tremila compagni
stringevamo le nostre bandiere
in quel giorno l'abbiamo giurato
«non finisce di certo così».

Calabresi e tu Guida assassini
che un compagno ci avete ammazzato
l'anarchia non avete fermato
ed il popolo alfin vincerà .

Quella sera a Milano era caldo
ma che caldo, che caldo faceva.
«Brigadiere, apra un po' la finestra»
ad un tratto Pinelli cascò.







*Francesco Cossiga

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3 commenti:

Soffio ha detto...

fai bene a ricordarlo, mi chiedo quanti lo ricordano, non certo chi é nato dopo e ha guardato le tv di silvio seguite da quella pubblica

loris ha detto...

l'ho scritto con molta rabbia dentro, soprattutto pensando proprio alle generazioni che sono arrivate dopo, che si sono alimentate a grande fretello e alle trasmissioni della De Filippi. Questa sera sto proprio incazzato!!!

Ernest ha detto...

ricordiamo sempre!

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